Com'è vuota la vita in città - Plinio il Giovane

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C. Plinio saluta il suo Fundano.

È incredibile come per ogni singolo giorno (trascorso) a Roma ci sia o sembri che ci sia una giustificazione, mentre non c’è (più) quando ne prendiamo in considerazione parecchi tutti insieme (lett.: non c’è per parecchi e uniti). Infatti se chiedessi a qualcuno: “Che cosa hai fatto oggi?” Risponderebbe: “Sono stato presente (all’assunzione) di una toga virile, ho preso parte ad un fidanzamento o ad un matrimonio, uno mi ha invitato a suggellare il suo testamento, un altro ad assisterlo in tribunale, un altro per (prendere parte ad) un consiglio”. Queste faccende (sembrano) necessarie il giorno il cui le sbrighi (lett.: le hai fatte), ma le medesime cose, qualora tu consideri che (le) hai fatte tutti i giorni, sembrano inutili, (e) molto di più quando ti sei ritirato (in campagna). Allora infatti subentra il ricordo: “Quanti giorni ho sprecato in che insulse (lett.: fredde) faccende!” E questo mi capita dopo che nella mia villa di Laurento o leggo qualcosa o scrivo o mi prendo cura anche del corpo (lett.: attendo al corpo), dalle cui forze è sostenuto l’animo. Non ascolto nulla che (poi mi penta) di aver ascoltato, non dico nulla che (poi) mi penta di aver detto; nessuno a casa mia (lett.: presso di me) critica qualcuno con discorsi maligni; io non critico nessuno se non, tuttavia, me stesso, quando scrivo in modo poco adeguato (lett.: poco adeguatamente). Non sono tormentato da nessuna speranza, da nessun timore, non sono angustiato da nessuna diceria. Parlo solo con me e con i miei cari libri (lett.: libretti). O vita genuina e schietta! O pace dolce e nobile e quasi più bella di ogni attività! O mare, o spiaggia, (voi che siete) una vera sede delle Muse appartata (dalla folla)! Quanti pensieri fate sorgere (in me), quanti (me ne) ispirate! Perciò anche tu abbandona, non appena ci sarà (oppure: avrai) l’occasione, codesto frastuono e il vano correre qua e là e (queste) fatiche prive di senso, e affidati agli studi o al riposo. Infatti è preferibile, come dice con molta acutezza e nello stesso tempo con molta arguzia il nostro Atilio, riposarsi che non fare nulla. Stammi bene.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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