La vera natura dell'amicizia - Cicerone

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L'amore, infatti, da cui l'amicizia ha tratto il nome, è il primo impulso a stringere un legame di benevolenza. Certamente infatti, si ottengono spesso vantaggi anche da coloro che vengono coltivati con un’amicizia simulata (lett.: con simulazione di amicizia) e onorati per l’opportunità del momento, ma nella (vera) amicizia nulla è finto, nulla è simulato (oppure: non vi è nulla di finto, nulla di simulato), e, qualunque sentimento vi sia, è vero e spontaneo. Perciò mi sembra che l’amicizia sia nata dalla natura piuttosto che dal bisogno, più per un’inclinazione dell’anima unita ad un certo senso d’amore, che per il pensiero di quanta utilità essa avrà (trad. libera = per calcoli utilitaristici).  E in realtà, di che natura sia tale istinto (lett.: ciò) si può vedere anche in alcune bestie, le quali amano fino a un certo tempo i loro nati (lett.: i nati da loro) e da loro sono amate a tal punto che il loro sentimento si nota (lett.: appare) facilmente. Ma questo è molto più evidente nell’uomo, prima di tutto da quell’amore che c’è tra figli e genitori, che non può essere essere distrutto se non da un’esecrabile scelleratezza, poi quando sorge un simile sentimento d’amore, se ci imbattiamo in qualcuno con i cui costumi e con la cui indole concordiamo, poiché in lui (ci) sembra di scorgere quasi una luce di bontà e di virtù. Non c’è nulla infatti di più amabile della virtù, nulla che più alletti ad amare, poiché per la virtù e la rettitudine amiamo in un certo modo anche coloro che non abbiamo mai visto 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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