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Mi vergogno del genere umano ogni volta che entro1 in una scuola. Con enorme impegno si giudica chi sia un bravo flautista; anche un trombettiere greco ed un banditore hanno una folla (di ascoltatori): invece in quel luogo in cui si cerca l'uomo virtuoso, in cui si impara (a diventare) un uomo virtuoso, pochissimi siedono, ed ai più sembra che costoro non abbiano nulla di serio da fare; sono chiamati inetti e fannulloni. Mi tocchi (pure) codesta derisione: con animo sereno bisogna ascoltare gli insulti degli incompetenti, ed uno che è in cammino verso l'onestà deve disprezzare il disprezzo stesso. Va' avanti, Lucilio, e affrettati, perché non ti accada ciò che (è accaduto) a me, (cioè) di imparare da vecchio; anzi, a maggior ragione2 affrettati, perché hai iniziato (ad apprendere) adesso qualcosa3 che puoi imparare bene solo da vecchio [secondo altri: qualcosa che puoi imparare bene a fatica anche (se diventerai) vecchio (= anche se vivrai molto a lungo)]. "Quanto profitto (ne) avrò?", (mi) chiederai4. (Pari a) quanto avrai tentato. Che aspetti? A nessuno capita5 di essere sapiente per caso. Il denaro verrà da sé, una carica (ti) sarà offerta, l'autorità, il prestigio forse ti saranno attribuiti: (ma) la virtù non s'imbatterà in te (per caso). (E) non si impara neppure con un impegno modesto o con poca fatica; ma vale la pena di faticare per uno che è destinato ad impadronirsi una volta (per tutte) di tutti i beni. Infatti non c'è che un bene: l'onestà 6: (invece) in tutte quelle cose che7 piacciono alla fama non troverai niente di vero, niente di sicuro.