Dicono che per gli Ateniesi la (notizia della)
sconfitta risultò non credibile soprattutto a causa del messaggero.
Infatti uno straniero, come sembra, sbarcato al Pireo e andatosi a
sedere nella bottega di un barbiere, faceva dei discorsi circa i fatti
accaduti, pensando che (oppure: come se) gli Ateniesi (li)
avessero già saputi. Il barbiere allora, avendo ascoltato, prima che
altri (ne) venissero a conoscenza, lanciatosi di corsa verso la città
e recatosi dagli arconti, subito sparse la notizia1
per il mercato. Sorti sbigottimento e confusione, com’è naturale,
gli arconti, radunata un’assemblea, (vi) condussero l’uomo; e
poiché, alla domanda2 da chi l’avesse
saputo, non sapeva dire nulla di preciso, avendo dato l’impressione
di essere un ciarlatano e di sconvolgere la città, fu legato alla
ruota e torturato3 per molto tempo,
finché (non) giunsero i messaggeri a raccontare4
tutta la catastrofe così com’era. A tal punto a fatica si poté
credere che Nicia avesse subìto5 ciò che
spesso aveva predetto loro.