Edipo e la Sfinge

 

 

 

Quando regnava Creonte, una grande sventura dominò Tebe. Era infatti mandò la Sfinge che era di madre Echidna e di padre Tifone e aveva volto di donna, petto, zampe e coda di leone e ali di uccello. Dopo aver appreso un indovinello dalle Muse, sedeva sul monte Fichio lo proponeva ai Tebani. L’indovinello era: “Che cos’è quello che con una sola voce diventa a quattro zampe, a due zampe e a tre zampe?” Poiché i Tebani avevano un oracolo (che diceva) che si sarebbero liberati dalla Sfinge allora quando avessero risolto l’indovinello, riunendosi spesso nello stesso luogo, cercavano che cosa fosse ciò che veniva detto, ma poiché non lo trovavano, (la Sfinge) avendone afferrato uno se lo mangiava. Essendo morti molti e da ultimo Emone, figlio di Creonte, Creonte proclama che a colui che scioglierà l’enigma darà il regno e la moglie di Laio. Edipo allora avendolo ascoltato, lo risolse, avendo detto che l’indovinello detto dalla Sfinge è l’uomo: infatti è a quattro zampe quando è piccolo, poiché cammina con quattro arti, quando diventa adulto è bipede, quando poi diventa vecchio aggiunge il bastone come terzo piede. La Sfinge dunque si gettò dall’acropoli ed Edipo ricevette il regno e sposò la madre senza saperlo e generò da lei i figli Eteocle e Polinice e le figlie Antigone e Ismene.