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Demetrio, che fu soprannominato1 Poliorcete, aveva preso Megara. Il filosofo Stilpone, interrogato da costui se avesse perso qualche cosa, disse: "(Non ho perso) nulla; tutti i miei beni2 sono con me". Eppure il suo patrimonio era finito3 nel bottino, il nemico (gli) aveva rapito le figlie, la (sua) patria era caduta4 sotto il dominio altrui e il re, circondato dalle armi dell'esercito vincitore, lo interrogava con insistenza (guardandolo) dall'alto5. Ma egli (= il filosofo) gli (= al re) strappò la vittoria e dimostrò che, anche dopo la presa della città6, era non solo invitto, ma (addirittura) privo di danni; aveva infatti con sé i veri beni, sui quali non è possibile mettere le mani7, mentre quelle cose che venivano portate via, (dopo essere state) disperse e saccheggiate, non (le) giudicava sue ma avventizie e obbedienti al8 cenno della fortuna. Pertanto (le) aveva amate come non sue; infatti il possesso di tutti i beni che affluiscono a noi dall'esterno è labile e incerto.