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Ti avevo scritto che bisognava temere che dalle votazioni a scrutinio segreto saltasse fuori qualche guaio. (Così) è accaduto. Negli ultimi comizi in alcune schede (sono state trovate) molte battute spiritose e anche delle sconcezze1; in una poi, al posto dei nomi dei candidati, sono stati trovati i nomi dei (loro) fautori. Il senato diede in escandescenze e invocò a gran voce l'ira del principe2 su colui che aveva scritto (quelle battute). Egli tuttavia è passato inosservato ed è rimasto sconosciuto, forse si è trovato addirittura fra coloro che si indignavano. Che cosa pensiamo che faccia nella vita privata3 costui che in un momento così importante, in una circostanza così seria, scherza in modo così sguaiato, che insomma, per dirla in breve, in senato fa l'impertinente, lo spiritoso e il buffone? Tanta sfrontatezza infonde nelle indoli depravate la fiduciosa convinzione: "Chi lo verrà a sapere?"4. Ha chiesto le schede, ha preso la matita5, ha abbassato la testa, (è uno che) non ha paura di nessuno, (che) disprezza se stesso. Da qui (nascono) codeste beffe degne del palcoscenico di un teatro6. Dove rivolgersi? Quali rimedi cercare? Dovunque i mali sono più forti dei rimedi.