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Se il vostro valore e la vostra lealtà non fossero per me certi, invano si sarebbe presentata (questa) circostanza favorevole; la grande speranza del potere1 invano si sarebbe trovata nelle (nostre) mani, né io cercherei l'incerto al posto del certo con gente ignava o leggera2. Ma poiché vi ho conosciuti forti e fedeli in molte circostanze importanti3, (proprio) per questo il mio animo ha osato intraprendere un'impresa grandissima e bellissima, (e) nello stesso tempo perché ho capito che per voi i beni e i mali sono gli stessi che per me; infatti volere e non volere le stesse cose4, questa davvero è salda amicizia. Ma i piani che io ho concepito nella mia mente5, (voi) tutti ad uno ad uno (li) avete sentiti già prima. Del resto l'animo mi si accende ogni giorno di più quando considero quale sarà la (nostra) condizione di vita se non ci liberiamo da soli dalla schiavitù. Infatti, dopo che lo Stato è passato sotto l'autorità e il controllo di pochi potenti, re e principi sono sempre loro tributari, popoli e nazioni pagano (loro) un'imposta; (noi) altri tutti, valorosi (e) onesti, nobili e non nobili, (da allora) siamo stati un volgo senza credito, senza autorità, sottoposti a gente a cui (ora) faremmo paura6, se lo Stato (res publica = cosa pubblica) avesse ancora il (suo) valore7. Così prestigio, potere, cariche pubbliche e ricchezze, sono tutti nelle loro mani8 o dove quelli vogliono; a noi hanno lasciato pericoli, insuccessi politici, processi (e) povertà. Fino a quando, insomma, miei prodi9, sopporterete questi (soprusi)? Non è forse meglio morire con valore che perdere con infamia una vita misera e priva di onori, nella quale si è stati10 (oggetto) di scherno per la superbia altrui?