Nota 1 - latino

È un pronome interrogativo che indica un numero esiguo, ed è costruito con il genitivo partitivo.


Torna al menu


















Nota 2 - latino

La relativa ha il congiuntivo caratterizzante: viene così denominato da alcuni grammatici quel congiuntivo che evidenzia una caratteristica distintiva, una qualità o in generale una peculiarità tipica di una categoria di persone o cose. Secondo altri grammatici, invece, questo tipo di proposizione appartiene al gruppo delle relative improprie di valore consecutivo. Nella fattispecie conviene conservare il congiuntivo anche nella traduzione.

Torna al menu


















Nota 3 - latino

Ablativi di limitazione.
 
 

Torna al menu


















Nota 4 - latino

Attenzione! Benché preceduto da ita, questo ut è accompagnato da un verbo all'indicativo: dunque non può essere consecutivo. Quale valore ha?
 


Torna al menu


















Nota 5 - latino

La principale è ancora quella del periodo precedente (che, in pratica, prosegue anche oltre il punto interrogativo). Per il congiuntivo nella relativa, cfr. nota 2.


Torna al menu


















Nota 6 - latino

È complemento predicativo dell'oggetto: puto ha qui la costruzione col doppio accusativo
 


Torna al menu


















Nota 7 - latino

Licet è qui usato in funzione di servile.
 


Torna al menu


















Nota 8 - latino

Chiaramente non può essere un nominativo singolare maschile, perché il predicato nominale melius è neutro: sforzati di capire che forma è, ricordando che il pronome is, ea, id ha in alcuni casi voci alternative (ad esempio nel nominativo plurale: ii, ei, ï). La funzione di ut, che introduce il congiuntivo fuerit, è evidente: esso infatti è preceduto da tanta. Tradurrai fuerit melius con il cosiddetto "falso condizionale" (non "è stato meglio", ma "sarebbe stato meglio").


Torna al menu


















Nota 9 - latino

È il soggetto di fuerit melius.
 


Torna al menu


















Nota 10 - latino

Cupidos, come il successivo servos, ha funzione predicativa. Anche il successivo gloriae non nullos sottintende cupidos.

Torna al menu


















Nota 11 - latino

Che valore ha quest'altro ut (con il congiuntivo)? E come va tradotto?

Torna al menu


















Nota 12 - latino

Scegli per questo avverbio un significato adatto al contesto.

Torna al menu


















Nota 13 - latino

Nesso relativo (= et id).

Torna al menu


















Nota 14 - latino

Attenzione: un altro ut! Non lasciarti trarre in inganno dal fatto che introduca un congiuntivo (sit): rifletti piuttosto sul fatto che esso è in correlazione con il successivo sic (seguito dall'indicativo est). Per comprendere la funzione del congiuntivo sit, cfr. nota 16.

Torna al menu


















Nota 15 - latino

Complemento predicativo dell'oggetto.

Torna al menu


















Nota 16 - latino

Si loquatur... si canat..., turpior sit è un periodo ipotetico della possibilità. Il secondo tipo è caratteristico degli exempla ficta, che, come in questo caso, fanno riferimento a casi-limite proposti per assurdo, i quali dunque, a rigore, dovrebbero rientrare nel tipo dell'irrealtà: il fatto però di prospettarli come possibili conferisce loro quel minimo di credibilità che consente al lettore di prenderli sul serio almeno da un punto di vista puramente teorico.

Torna al menu


















Nota 17 - latino

Osserva l'articolazione chiastica di questa duplice ipotesi: professus (A): barbare loquatur (B) = absurde canat (B'): qui velit (A').

Torna al menu


















Nota 18 - latino

Prolettico rispetto a quod, che introduce una proposizione causale.

Torna al menu


















Nota 19 - latino

In eo ipso = in ea ipsa re. Osserva come questa causale abbia il congiuntivo (peccet) perché risente ancora dell'ipotesi possibile formulata in precedenza; subito dopo, tuttavia, Cicerone si sposta sul piano della realtà, com'è evidente dall'uso dell'indicativo profitetur nella relativa, che pure potrebbe avere il congiuntivo per attrazione modale.

Torna al menu