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Chi si riesce a trovare tra i filosofi che si comporti, pensi e viva esattamente1 come richiede la ragione? Che consideri la sua dottrina non come una ostentazione di sapere, bensì come una legge di vita? Che si sottometta senza costrizioni2 a se stesso e che obbedisca ai suoi precetti? È possibile vederne alcuni così frivoli e boriosi3, che per loro sarebbe stato meglio che non avessero studiato, altri avidi di denaro, taluni (avidi) di gloria, molti schiavi delle passioni, al punto che il loro modo di parlare contrasta incredibilmente con la loro vita. E mi sembra proprio che questo sia molto vergognoso. Come infatti, se uno, che si è dichiarato letterato, parlasse in modo scorretto, o se cantasse in modo stonato uno44 che volesse essere giudicato esperto di musica, sarebbe proprio per questo più vergognoso, per il fatto (cioè) che sbaglierebbe in quella stessa materia in cui si dichiara esperto5, così un filosofo che sbaglia nella (sua) condotta di vita, per questo è più spregevole, (cioè) per il fatto che fallisce nel compito di cui vuole essere maestro, e, dopo aver dichiarato di professare (= professus) l'arte della vita, sbaglia nella vita.