INTRODUTTORI: ut = che + indicativo; di, da, + infinito
ut non = che non + indicativo; di non, da non + infinito
quin = che non (solo se la reggente è negativa).
In genere sono anticipate nella reggente da ita, sic, tam, etc. (vedi schema sottostante).
MODO DEL VERBO: congiuntivo presente, imperfetto o perfetto (svincolato dalla consecutio temporum).
N.B.: le proposizioni consecutive possono essere espresse in latino anche con le relative consecutive.

Esprimono la conseguenza di quanto accade nella reggente e si traducono in italiano in forma implicita con "di", "da" + infinito, quando vi è identità di soggetto con la reggente:

Esempio: sono così buono da amare tutti (= io sono buono, io amo tutti);

in forma esplicita con "che" + indicativo, con lo stesso tempo che si trova in latino, e cioè presente, imperfetto e passato prossimo o remoto (= perfetto), quando non vi è identità di soggetto:

Esempio: sono tanto buono che tutti mi amano.

Le consecutive sono generalmente anticipate nella reggente da espressioni correlative come:
  1. sic, ita = così

  2. tam (+ aggettivo o avverbio), tanto (+ comparativo), tantum (+ verbo), tanti (+ verbo di stima), tantopere = tanto

  3. (usque) adeo, usque eo = a tal punto; tali espressioni possono essere seguite dal genitivo = a tal punto che...; es.: eo insaniae pervenit, ut amicum necaverit = giunse a tal punto di pazzia da uccidere l'amico.

  4. totiens = tante volte

  5. is, ea, id; talis, tale = tale:

    Esempio: ea sagacitate erat ut decipi non posset = era di una tale accortezza che non lo si poteva ingannare;
    ad id ventum inopiae est, ut... = si giunse ad un tale bisogno che...;
    in eo eram ut mihi loquendum non esset = ero in una tal situazione che non dovevo (più) parlare.


  6. eiusmodi (eius modi) = di tal fatta, di tal genere

  7. tantus, a, um = tanto grande

  8. tot (indeclinabile), tam multi, ae, a = tanti (di numero)
Nota Bene:
Alcune particolari consecutive:

Nota le seguenti espressioni:
  1. tantum abest ut... ut = sono tanto lontano dal (+ infinito)... che...
    In questa espressione il primo ut introduce una proposizione completiva, il secondo ut invece introduce una proposizione consecutiva;

    Esempio: philosophia tantum abest ut laudetur, ut a multis etiam vituperetur = la filosofia è tanto lontana dall'essere lodata, che anzi viene biasimata da molti.

  2. maior quam ut (quam qui/quae/quod) = troppo grande per...
    Il comparativo ha qui valore assoluto e la consecutiva ha un valore comparativo.

    Esempio: quis non intellegit Canachi signa rigidiora esse quam ut imitentur veritatem? = chi non capisce che le statue di Canaco sono troppo rigide per imitare la realtà?


CONSIGLI PRATICI DI TRADUZIONE:
  1. In generale al congiuntivo latino corrisponde in italiano l'indicativo, a meno che la conseguenza non sia prospettata come intenzionale: in tal caso manterrai il congiuntivo;

    Esempio: filium tuum trade magistro tali ut nihil pravum ab eo discere possit = affida tuo figlio ad un maestro tale che da lui non possa apprendere nulla di malvagio.

  2. I tempi verbali della proposizione consecutiva latina sono il presente, l'imperfetto e il perfetto congiuntivo e si traducono in italiano, in forma esplicita, con i corrispondenti tempi dell'indicativo:

    in latino in italiano
    presente congiuntivo presente indicativo
    imperfetto congiuntivo imperfetto indicativo (talvolta si può tradurre con il passato remoto se l'autore vuole evidenziare la conseguenza in sé piuttosto che la durata dell'azione)
    perfetto congiuntivo passato prossimo o remoto

    Esempio: tam bonus sum ut omnes me laudent = sono tanto buono che tutti mi lodano
    tam bonus eram ut omnes me laudarent = ero tanto buono che tutti mi lodavano
    tam bonus fui ut omnes me laudaverint = fui tanto buono che tutti mi lodarono
    tam funestus nuntius fuit, ut omnes lugerent = la notizia fu così luttuosa che tutti piangevano (= azione duratura); oppure "la notizia fu così luttuosa che tutti piansero" (conseguenza considerata in sé, in senso assoluto).

Ricorda comunque che, con le precisazioni fatte sopra, la proposizione consecutiva si può tradurre in italiano anche in forma implicita con "di", "da" + infinito.

Attenzione!

Le correlative ita, sic, tam, etc. possono mancare.
In tal caso devi esaminare attentamente se la proposizione introdotta da ut sia finale o consecutiva (lo puoi capire dalla presenza della negazione non o, in mancanza di questa, dal senso): se è consecutiva, in italiano bisogna comunque esprimere la correlativa mancante: pertanto tradurrai ut "così che", "tanto che", "a tal punto che".

Esempio: Epaminondas fuit disertus, ut nemo ei Thebanus par esset eloquentia = Epaminonda fu eloquente a tal punto che nessun Tebano gli era pari nell'arte oratoria.

Se però sono espresse, le correlative che sono sentite come strettamente unite al termine che accompagnano (tam, tantus, tot, eo + genitivo etc.) vanno tradotte esattamente dove si trovano; in tal caso ut si traduce "che", e non "così che" (altrimenti ti troveresti a fare una ripetizione insensata: "fu così buono... così che...").

Esempio: Es.: Xerxes conflixit adeo in angusto freto, ut eius naves explicari non potuerint = Serse combatté in uno stretto talmente angusto, che le sue navi non poterono fare manovre.
Non sarebbe affatto la stessa cosa dire: "Serse combatté in uno stretto angusto, cosicché (= e così) le sue navi non poterono fare manovre". In questo modo la subordinazione (e con essa il rapporto causa-effetto) si perde, e si ha una vera e propria coordinazione.



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