Per "attrazione modale" (o "assimilazione modale") s'intende il passaggio al congiuntivo di alcune subordinate che per natura avrebbero l'indicativo.
Tale passaggio è determinato dalla valutazione del rapporto con la reggente, strettamente legata con la soggettività dell'autore: come tale non è obbligatorio. E' comunque più frequente in dipendenza da un tempo storico.
L'attrazione modale si verifica a condizione che la subordinata in questione:
  1. sia di grado superiore al primo;

  2. dipenda a sua volta da un congiuntivo o da un infinito;

  3. sia parte integrante del discorso.

Il congiuntivo dovuto ad attrazione modale va tradotto con l'indicativo.

Esempio: accidit ut milites qui lignationis causa discessissent repentino hostium adventu interciperentur (Cesare) = accadde che i soldati che si erano allontanati per far legna furono tagliati fuori dall'improvviso arrivo dei nemici.

Come puoi vedere, la relativa è di secondo grado, dipende dal congiuntivo interciperentur e non puoi eliminarla dal discorso senza che il senso ne risenta.
Puoi anche notare come il congiuntivo discessissent non si giustifichi né come obliquo (non si riporta l'opinione di nessuno), né come eventuale (l'azione è reale e ben determinata), né come caratterizzante (non si tratta di una particolare categoria di soldati addetti a far legna).
Non è mancato chi, pur di negare l'esistenza dell'attrazione modale, ha fatto di questa frase una relativa impropria causale, forzando l'interpretazione del passo fino a far dire a Cesare che i soldati furono sorpresi dal nemico "perché" erano andati a far legna; mentre a noi sembra che Cesare intenda semplicemente informarci del fatto che furono sorpresi dal nemico non dei soldati qualunque, ma "quelli che" erano andati a far legna.

Per la condizione b. sopra esposta, sono escluse dall'attrazione modale le relative nominali (che equivalgono di fatto ad un sostantivo), le proposizioni incidentali ed in generale tutte le proposizioni che esprimono una realtà oggettiva, non riconducibile in alcun modo alla soggettività della reggente.

Esempio: Caesar Helvetios in fines suos, unde erant profecti, reverti iussit (Cesare) = Cesare comandò che gli Elvezi ritornassero nei loro territori, da dove erano partiti.

Come puoi notare, si tratta di una constatazione oggettiva.

Esempio: Tanta vis probitatis est, ut eam vel in eis quos numquam vidimus diligamus (Cicerone) = è così grande la forza dell'onestà, che noi l'amiamo anche in quelli che non abbiamo mai visto.

In questo caso abbiamo a che fare con una relativa nominale ("coloro che non abbiamo mai visto" = "gli sconosciuti").

Una precisazione doverosa:

La denominazione di "attrazione modale" è contestata da molti grammatici, soprattutto perché non si vede in che senso un infinito possa "attrarre" al congiuntivo una subordinata.
Inoltre sono sempre più numerosi coloro che mettono in forse l'esistenza stessa dell'attrazione modale, sostenendo che il congiuntivo nelle subordinate che dovrebbero avere l'indicativo si giustifichi di volta in volta come obliquo, eventuale o caratterizzante.
Tale tesi non ci sembra condivisibile, per i motivi esposti nella scheda "Congiuntivo 'vero' e congiuntivo 'falso'", alla quale rimandiamo per ogni ulteriore considerazione.
Ci limitiamo qui ad osservare che:


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