INTRODUTTORI:

dum, modo, dummodo = purché, pur di;
dum ne, modo ne, dummodo ne = purché non, pur di non.

MODO DEL VERBO:

congiuntivo secondo le norme della consecutio temporum


Si definiscono così alcune proposizioni condizionali che hanno valore restrittivo e spesso desiderativo, poiché esprimono una condizione necessaria e il più delle volte sperata.

Esempio: oderint, dum metuant = (mi) odino, purché mi temano;

dum ne sibi stultus videretur, ceteris videri non laborabat = purché non sembrasse stupido a se stesso, non si curava di sembrarlo agli altri.

 

Nota Bene:

  1. A questo tipo di proposizioni sono di solito assimilate quelle introdotte da nedum (= "figuriamoci se", "tanto meno", "non che"), che regge il congiuntivo presente (azione presente) o il congiuntivo imperfetto (azione passata).

    Esempio: vix quid accidat intellegere possum, nedum sciam quo modo me tuear = a mala pena riesco a capire che cosa stia succedendo, figuriamoci poi se so come difendermi.


  2. Modo e nedum sono propriamente avverbi: modo significa "soltanto", nedum "tanto meno". Il congiuntivo che vi si unisce è in realtà di natura indipendente: ottativo-esortativo nel caso di modo, potenziale nel caso di nedum.

    Esempio: ego ista studia non improbo, moderata modo sint = io non disapprovo questi studi: soltanto, siano moderati; 

    vix in urbe tectisque tuti sumus, nedum in mari = a mala pena siamo al sicuro in città e in casa (nostra), tanto meno (potremmo esserlo) in mare.




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