Torna alla home

 

Il nuovo esame di Stato

Il vecchio esame di Maturità è stato definitivamente messo da parte per lasciare il posto al nuovo esame di Stato. 

Anche se molti continuano a chiamarlo "Maturità", questo esame non si configura più come "Maturità", perché non viene più giudicato il grado di maturità raggiunto dagli allievi alla fine del ciclo di studi superiori, bensì il livello di competenze acquisite.

Cambiamento dunque non solo formale, bensì sostanziale (almeno nelle intenzioni).

Gli studenti che attualmente frequentano l’ultimo anno delle scuole superiori sono i primi ad affrontare una prova ormai consolidata.

Queste in sintesi le principali novità:

Gli allievi si presentano all’esame non più con i giudizi analitici degli insegnanti delle singole discipline, né con il giudizio sintetico da cui erano messe in luce le capacità, le attitudini, l’interesse manifestati dal ragazzo nel corso del triennio, bensì con un punteggio, il famoso "credito".

Tale credito è costituito dalla somma dei crediti scolastici e dei crediti formativi accumulati nell’arco degli ultimi tre anni.

  • Il credito scolastico è calcolato in base alla media dei voti ottenuti alla fine di ogni anno scolastico ed è attribuito dal Consiglio di Classe in sede di scrutinio di fine anno;

  • il credito formativo è calcolato in base alla attività che ogni allievo svolge al di fuori dell’ambito scolastico. Tali attività devono essere certificate da un Ente qualificato e tra esse rientrano attività sportive a livello agonistico, attività di volontariato, un lavoro, la patente di informatica e ogni altra attività considerata degna di essere presa in considerazione dalla scuola di appartenenza.

Attenzione, però! Il credito formativo non può far superare all’allievo la fascia di punteggio in cui lo colloca la sua media scolastica!

La tabella dei voti e le fasce di oscillazione sono state stabilite dal Ministero in questi termini:

Media dei voti finali

Punteggio del credito scolastico

1° anno

2° anno

3° anno

M = 6

2-3

2-3

4-5

6 < M = 7

3-4

3-4

5-6

7 < M = 8

4-5

4-5

6-7

8 < M = 10

5-6

5-6

7-8

Se dunque un allievo del primo anno del triennio ha conseguito la media finale di 6,7, anche se avrà molti crediti formativi, non potrà ottenere più di 3 punti, il massimo consentito dalla sua fascia di appartenenza in base ai voti finali.

Se poi l’allievo alla fine dell’anno avrà contratto un debito in qualche disciplina (non avrà cioè raggiunto la piena sufficienza), anche se la sua media finale corrisponde a 6,7, non potrà ottenere più di 2 punti, anche se esibirà una lunga serie di attività extrascolastiche che potrebbero farlo accedere al credito formativo. 

Tuttavia, se nel corso dell’anno successivo l’allievo salderà il suo debito superando le prove specifiche stabilite dai singoli Istituti, gli potrà essere attribuito, in sede di scrutinio finale, il punto perso l’anno precedente.

Insomma, i tanto decantati crediti formativi contano al massimo 1 punto e talvolta nemmeno quello! Ciò che conta è la media matematica dei voti, che rispecchia l’effettivo andamento scolastico, come d’altra parte è giusto che sia.

Infatti quella del credito formativo è fra le novità più discutibili dell’attuale esame di Stato, sia perché si presta ad interpretazioni a dir poco soggettive (non mancano allievi che pretenderebbero di far valutare come crediti formativi corsi di aerobica o simili), sia perché oggettivamente conta proprio poco. Basta che un allievo frequenti con assiduità le lezioni e si è già procurato in questo modo un arrotondamento del credito. Senza contare il fatto che talvolta il pudore gioca a sfavore proprio dei ragazzi più meritevoli: l’esperienza del nuovo esame, per quanto breve, ha già visto diversi casi di studenti che rinunciano al credito formativo perché "si vergognano" di certificare ed esibire le proprie attività di volontariato, appunto perché svolte con umiltà e spirito di sacrificio.

 

Dunque ogni studente si presenta all’esame con un credito che oscilla tra un minimo di 8 punti e un massimo di 20 punti.

 

Attenzione poi a questa regola fondamentale:

 

15 punti sono il minimo per poter accedere al bonus (di un massimo di 5 punti) che la commissione esaminatrice può assegnare agli studenti particolarmente meritevoli, purché abbiano totalizzato nelle prove d’esame un punteggio minimo di 70 punti.

 

E adesso cerchiamo di chiarire come si guadagnano i punti nelle prove d’esame.

 

Le prove scritte

Sono tre ed in ciascuna di esse si possono ottenere al massimo 15 punti (la sufficienza è valutata con 10 punti), per un totale massimo di 45 punti (la sufficienza corrisponde a 30 punti).

Prima prova:

corrisponde al tema di Italiano, ma all’allievo sono proposte più possibilità:

  1. analisi e commento di un testo (letterario o no) in prosa o in poesia;

  2. redazione di un testo personale sotto forma di recensione, saggio breve, lettera, articolo di giornale;

  3. trattazione di un argomento storico appartenente al programma dell’ultimo anno;

  4. trattazione di un tema culturale di carattere generale.

 

Seconda prova:

verte su una delle discipline caratterizzanti il corso di studio "per le quali le disposizioni in materia di sperimentazione prevedono verifiche scritte, grafiche o scrittografiche".

 

Terza prova:

costituisce la novità più discussa di questo esame, in quanto il candidato deve rispondere a domande sul programma di un massimo di cinque discipline oggetto del piano di studi dell’ultimo anno. Essa è una prova multidisciplinare.

La tipologia della prova non è unica per tutti né è scelta dal Ministero come il testo della prima e della seconda: pertanto ogni Commissione organizza tale prova tenendo conto della specificità dell’indirizzo di studi e della pratica didattica adottata, quale emerge dal documento del Consiglio di classe: in altre parole, seguendo la tipologia su cui gli allievi delle singole classi si sono esercitati maggiormente durante l’anno scolastico.

Le tipologie sono le seguenti:

  1. trattazione sintetica di argomenti: domande specifiche relative a un testo o trattazione di un argomento significativo, anche pluridisciplinare, con un limite di parole indicato dalla Commissione. Si prevedono non più di 5 argomenti per la trattazione sintetica;

  2. quesiti a risposta singola: riguardano più materie e sono previsti da 10 a 15 quesiti su cui i candidati devono fornire una risposta elaborata personalmente non superando il limite di parole indicato dalla Commissione;

  3. quesiti a risposta multipla: di ogni quesito vengono fornite più risposte possibili, fra le quali il candidato deve scegliere quella, a suo giudizio, esatta. Sono previsti da 30 a 40 quesiti a risposta multipla (la cosiddetta "prova con le crocette");

  4. problemi a soluzione rapida: non più di 2 problemi scientifici la cui soluzione non richieda calcoli complessi;

  5. casi pratici e professionali: non più di 2;

  6. sviluppo di progetti: 1 progetto soltanto.

 

La prova orale: il colloquio

Dovrebbe avere una durata indicativamente di 50 minuti ed è articolato in tre fasi:

  1. un percorso tematico elaborato, anche in forma multimediale, dal candidato su un argomento da lui scelto (tempo previsto: indicativamente 20 minuti);

  2. una discussione su argomenti proposti dai singoli commissari a titolo di approfondimento (tempo previsto: indicativamente 20 minuti); lo spirito di questa discussione, finora disatteso nella maggior parte dei casi, dovrebbe essere rigorosamente anti-nozionistico, e questo spazio non dovrebbe essere assolutamente vissuto come l'occasione per i vari commissari di effettuare una estemporanea "interrogazione" sulle singole materie: sarebbe anzi auspicabile, a detta degli ispettori ministeriali, che un solo commissario gestisse questa sorta di colloquio multidisciplinare, seguendo un ben preciso filo conduttore;

  3. un breve spazio dedicato alla discussione degli elaborati delle prove scritte (tempo previsto: indicativamente 10 minuti).

N.B.: I punti 2 e 3 possono essere anche cronologicamente invertiti: la discussione degli elaborati scritti può ad esempio fornire lo spunto per gli approfondimenti di cui al punto 2.

Nel colloquio la valutazione può raggiungere un massimo di 35 punti.

La sufficienza è rappresentata da 22 punti.

 

Ed eccoci alla resa dei conti!

Per superare l’esame di Stato occorre un punteggio minimo di 60 punti su 100.

In termini pratici, uno studente che si presenti all’esame con un credito minimo di 8 punti, deve totalizzare nelle prove almeno 52 punti fra gli scritti e l’orale, altrimenti non c’è speranza che lo superi: infatti il nuovo esame non prevede "arrotondamenti" o aggiustamenti di sorta, neppure di un solo punto, che consentano di raggiungere la sufficienza, e con essa la promozione.

Un’altra novità rispetto al vecchio esame di Maturità è che tutti gli studenti vengono automaticamente ammessi all’esame, purché siano valutati in tutte le materie. Nella media finale dei voti è inclusa anche Educazione fisica.

Risultati finali: all'interno di una stessa Commissione, non appena gli allievi di una singola classe avranno sostenuto l'esame, verrà immediatamente fatto lo scrutinio e i risultati esposti al pubblico. Le classi i cui allievi passano per primi, dunque, conosceranno prima anche i risultati.

 

Per ulteriori informazioni rimandiamo ai seguenti siti:

www.cede.it

www.istruzione.it

guida alla maturità

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  In questa sezione sei il visitatore numero