Le determinazioni di luogo

 

Schema generale;

 

Particolarità:

 

a) Stato in luogo;

b) Moto a luogo;

c) Moto da luogo;

d) Moto per luogo;

e) Nomi propri di città, villaggio o piccola isola accompagnati da appellativi;

fDomus e rus;

g) Stato o moto nelle vicinanze di un luogo.

 

 

 

 

Come regola generale, le determinazioni di luogo possono essere così schematizzate:

 

Stato in luogo

Moto a luogo

Moto da luogo

Moto per luogo

in + ablativo

Risponde alla domanda: ubi? = dove?

 

in o ad + accusativo

Risponde alla domanda:

quō? = verso dove?

a, ab, e, ex, de + ablativo

Risponde alla domanda:

unde? = da dove?

per + accusativo

Risponde alla domanda:

quā? = per dove?

Indica il luogo (reale o figurato) in cui ci si trova o entro cui ci si muove; è retto da verbi o sostantivi indicanti quiete o moto entro luogo circoscritto.

Indica il luogo (reale o figurato) verso cui si va; è retto da verbi o sostantivi indicanti ingresso (in) o avvicinamento (ad).

Indica il luogo (reale o figurato) dal quale ci si allontana; è retto da verbi o sostantivi indicanti uscita o allontanamento.

Indica il luogo (reale o figurato) attraverso il quale si passa; 

è retto da verbi o sostantivi indicanti passaggio.

es.:

Imperator in castris erat

Il generale era nell’accampamento;

In summo periculo res publica est = Lo Stato è in gravissimo pericolo;

In litore ambulamus = Passeggiamo sulla spiaggia (moto entro luogo circoscritto).

es.:

In portum naves intrant = Le navi entrano nel porto;

Fit ad domum eius concursus = Si accorre alla sua casa;

Ad vim numquam vos vocavi = Non vi ho mai chiamati alla violenza.

es.:

Ab Italia profectus est = E’ partito dall’Italia;

Ex illa pugna miles vix se eripuit = Il soldato si sottrasse a stento a quella battaglia;

Occasio quasi decidit de caelo =

L’occasione è, per così dire, caduta dal cielo.

es.:

Per hortum venit ad nos = E’ venuto da noi passando per il giardino;

Unum per Sequanos iter relinquebatur = Rimaneva un solo passaggio, attraverso il territorio dei Sèquani.

 

 

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Particolarità:

 

 

a) Stato in luogo

 

1)

Con i nomi propri di città, villaggio o piccola isola lo stato in luogo si esprime:

a)

nell’antico caso locativo (la cui desinenza principale era -i) se il nome è singolare ed appartiene alla prima o alla seconda declinazione.

Es.:

Hunc statum rerum Hannibal Tarenti reliquit = Annibale lasciò questo stato di cose a Taranto;

Trepidatum Romae est = A Roma si tremò (N.B.: Roma-i ® Romae: non si tratta di un genitivo).

b)

in ablativo semplice se il nome è plurale o appartiene ad altre declinazioni.

Es.:

Haec Syracusis acta erant = Questi avvenimenti si erano verificati a Siracusa.

2)

Con il sostantivo locus accompagnato da un aggettivo qualificativo o dimostrativo, oppure usato nel senso di "condizione", e con l’aggettivo totus (anche cunctus, universus), lo stato in luogo si esprime spesso in ablativo semplice.

Es.:

Q. Pompeius, obscuro loco natus, amplissimos honores est adeptus = Quinto Pompeo, di umile estrazione sociale, raggiunse le più alte cariche;

Caesar dilectum tota provincia habuit = Cesare tenne la leva in tutta la provincia.

3)

Con il sostantivo liber si usa per lo più l’ablativo semplice se si fa riferimento all’intero contenuto dell’opera, in + ablativo se si allude ad un singolo passo di essa.

Es.:

Eius sententias hoc libro exposui = Ho esposto i suoi pensieri in questo libro (= nel corso dell’intera opera);

M. Antonius in eo libro disertos ait se vidisse multos, eloquentem omnino neminem = Marco Antonio in quel libro (= in quel punto del libro) afferma di aver visto molti (uomini) abili nel parlare, ma eloquente assolutamente nessuno.

4)

Non sempre la sensibilità linguistica dell’italiano e quella del latino coincidono nell’identificare la quiete e il moto; ad esempio, i verbi indicanti movimento di breve durata al quale consegue uno stato di quiete (es.: pono, colloco, statuo...), sono equiparati ai verbi di quiete.

Es.:

In ripa Anienis castra posuit = Si accampò sulla riva dell’Aniene.

5)

Sono locative anche espressioni come domi militiaeque e domi bellique (= "in pace e in guerra"), humi (= "per terra"), tempori (= "a tempo debito") etc.

Es.:

Igitur domi militiaeque boni mores colebantur = Perciò in pace e in guerra si coltivavano i buoni costumi.

 

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b) Moto a luogo

 

1)

Con i nomi propri di città, villaggio o piccola isola il moto a luogo si esprime in accusativo semplice.

Es.:

Venit Romam Quinctius = Quinzio arrivò a Roma;

Ad L. Caesarem aegrotum Neapolim veni = Mi sono recato a Napoli da Lucio Cesare ammalato.

2)

Le espressioni di moto indicanti direzione si rendono con in o ad + accusativo seguito da versus; la locuzione "fino a" si rende con usque in o ad + accusativo. In entrambi i casi con i nomi propri di città le preposizioni in, ad si omettono. Ricorda però che anche petere + accusativo significa "dirigersi verso" (cfr. accusativo).

Es.:

Caesar castra movet in Arvernos versus = Cesare trasferisce l’accampamento in direzione del territorio degli Arverni;

Caesar Ambraciam versus iter facere coepit = Cesare si mise in cammino alla volta di Ambracia;

Ipse usque ad castra hostium accessit = Egli stesso si avvicinò fino all’accampamento dei nemici;

Turpi fuga petit castra = Con una fuga vergognosa si dirige verso l’accampamento.

3)

Con alcuni verbi, come scribo e mitto, il costrutto con ad + accusativo alterna con il dativo.

Es.:

Quicquid erit actum scribam ad te = Ti scriverò tutto ciò che accadrà;

Ex his quae mihi scribis bonam spem de te concipio = Da quel che mi scrivi, nutro sul tuo conto buone speranze.

4)

Come si è detto sopra, la sensibilità linguistica dell’italiano diverge talvolta da quella del latino nell’identificare la quiete e il moto; ad esempio, in latino il verbo nuntiare ("annunciare") ha senso di moto.

Es.:

Quibus rebus Romam nuntiatis repente terror invasit = Riferite a Roma queste notizie, all’improvviso si diffuse il panico.

5)

Un errore molto comune consiste nel considerare in e ad come equivalenti e nel tradurli di conseguenza. Tieni invece presente che in genere in indica ingresso, ad avvicinamento, e che non è affatto la stessa cosa dire "entrò in città" ed "andò verso la città" (il che potrebbe significare che non vi entrò affatto!). Ne consegue che, non essendo evidentemente possibile "entrare in qualcuno", il moto verso una persona si esprime sempre con ad.

Es.:

Imperator in urbem se intulit = Il comandante si introdusse in città (= all'interno della città);

Dicit se ad urbem futurum cum exercitu = Afferma che si presenterà in città (= alle porte della città) con l'esercito;

Haedui legatos ad Caesarem mittunt = Gli Edui mandano ambasciatori da Cesare.

 

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c) Moto da luogo

 

1)

Con i nomi propri di città, villaggio o piccola isola il moto da luogo si esprime in ablativo semplice.

Es.:

Dolabella Delo proficiscitur = Dolabella parte da Delo;

Catilina vivis nobis Roma profectus est = Catilina se n’è andato da Roma mentre noi siamo (ancora) vivi.

2)

In generale a, ab indicano moto da luogo aperto, oppure provenienza da una certa direzione; e, ex indicano provenienza da un luogo circoscritto; de indica moto dall’alto verso il basso.

Es.:

Caesar ab Allobrogibus exercitum ducit = Cesare allontana l’esercito dal territorio degli Allòbrogi;

Caesar tres legiones ex hibernis educit = Cesare fa uscire tre legioni dai quartieri invernali;

Nostri de colle non decedebant = I nostri non si ritiravano dal colle.

 

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d) Moto per luogo

 

1)

Con sostantivi indicanti passaggio abituale o obbligato (come via, pons, porta, iter...) l’idea del mezzo prevale su quella del moto, per cui si usa l’ablativo semplice.

Es.:

Pompeius decumana porta se ex castris eiecit = Pompeo si precipitò fuori dell’accampamento per la porta decumana;

Suo ponte Afranius equitatum traiecit = Afranio fece passare la cavalleria al di là (del fiume) attraverso il suo ponte.

2)

Il moto per (o: entro) luogo circoscritto equivale a tutti gli effetti allo stato in luogo.

Es.:

Nolo iudices isto absoluto in hac urbe ambulare = Non voglio che i giudici passeggino per questa città dopo l'assoluzione di costui.

 

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e) Nomi propri di città, villaggio o piccola isola accompagnati da appellativi

 

Tutti i complementi di luogo, se accompagnati da appellativi geografici, si comportano nel seguente modo:

 

1)

Se il nome proprio è determinato da un’apposizione, come urbs, insula, oppidum etc., si esprime la preposizione, come previsto dalla regola generale.

Es.:

In urbe Roma pleraeque aedes sacrae sunt templa = Nella città di Roma gli edifici sacri sono per la maggior parte templi; 

Haud multo ante solis occasum ad urbem Romam perveniunt = Non molto prima del tramonto giungono alla città di Roma; 

Pacuvius Tarentum ex urbe Roma concessit = Pacuvio si ritirò a Taranto dalla città di Roma;

Vitellius tractus est per urbem Romam = Vitellio fu trascinato attraverso la città di Roma.

2)

Se, oltre all’apposizione, è presente anche un attributo o un complemento di specificazione:

a)

il nome di città, villaggio o piccola isola segue la regola che gli è propria;

b)

l’apposizione ed il suo attributo vogliono invece di solito la preposizione secondo la regola generale, e per lo più si pospongono.

Fa eccezione il complemento di moto per luogo, che esige sempre la preposizione per.

Es.:

Legio Martia Albae constitit, in municipio fidelissimo et fortissimo = La legione Marzia si fermò ad Alba, città fedelissima e valorosissima;

Multo maior pars Veios in hostium urbem fugit = Una parte molto maggiore (di essi) fuggì nella città nemica di Veio;

Generis antiquitatem Tusculo, ex clarissimo municipio, profectam, in monumentis rerum gestarum incisam videmus = Vediamo incisa sui monumenti che ricordano le antiche imprese l'antichità della stirpe, partita dall'illustrissimo municipio di Tuscolo; 

Simulacrum Cereris Henna ex sua sede ac domo sustulit = Rubò una statua di Cerere da Enna, sua sede e sua dimora;

Per Syracusas, clarissimam urbem, iter facimus = Passiamo per Siracusa, città famosissima.

 

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f) Domus e rus

 

I sostantivi domus (= "casa") e rus (= "campagna") si comportano come i nomi propri di città, villaggio e piccola isola. Si ha cioè:

a)

il locativo (domi, ruri) per lo stato in luogo;

b)

l’accusativo semplice (domum, rus) per il moto a luogo;

c)

l’ablativo semplice (domo, rure) per il moto da luogo.

Es.:

Cleomenes includit se domi = Cleomene si rinchiude in casa;

Rus ex urbe tamquam e vinclis evolabant = Si precipitavano in campagna dalla città come da un carcere;

Hunc miserum nudum eicit domo = Sbatte fuori di casa, nudo, questo poveretto.

Tale regola vale anche nel caso in cui domus e rus siano accompagnati da un aggettivo possessivo.

Se invece è presente un aggettivo di altra specie, si esprime sempre la preposizione.

Se, infine, è presente il nome del possessore in genitivo, la preposizione può essere espressa o meno.

Es.:

Desinant insidiari domi suae consuli = La smettano di insidiare il console in casa sua;

Nullum in privata domo furtum umquam est tam palam inventum = Mai un furto (commesso) in una casa privata fu scoperto in modo così flagrante;

Domi Caesaris percussor deprehensus dicebatur esse = Si diceva che in casa di Cesare fosse stato sorpreso un sicario;

Publius in domo Caesaris quondam unus vir fuit = Publio fu, un tempo, il solo maschio nella casa di Cesare.

Nota bene:

Talvolta con domus è espressa la preposizione anche in assenza di aggettivo o genitivo di specificazione; in tal caso, il sostantivo è usato di solito nell’accezione di "edificio" o di "famiglia", e non nel senso di "focolare domestico".

Es.:

Te, Mercuri, Verres in domo et in privata aliqua palaestra posuit = Te, o Mercurio, Verre ha collocato in casa e in qualche palestra privata.

 

 

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g) Stato o moto nelle vicinanze di un luogo

 

La vicinanza ad un luogo si esprime sempre (anche con i nomi di città, villaggio o piccola isola) con la preposizione, e precisamente:

a)

lo stato in luogo con ad, apud + accusativo;

b)

il moto a luogo con ad + accusativo;

c)

il moto da luogo con ab + ablativo.

Es.:

Consules ad Capuam castra locant = I consoli si accampano presso Capua;

L. Domitius clarissimae gentis apud Massiliam victus est = Lucio Domizio, di nobilissima stirpe, fu vinto presso Marsiglia;

Quirites Curibus venerunt ad Romam = I Quiriti arrivarono da Curi nei pressi di Roma;

Illum ab Alexandria discessisse nemo nuntiat = Nessuno (mi) riferisce che egli sia partito dalla zona di Alessandria.

 

 

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