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Forza d'animo di un padre
Emilio
Paolo, chiarissimo esempio di padre ora al colmo della felicità ora al
fondo della miseria, dei quattro figli di straordinaria bellezza e di
nobile indole, egli stesso rinunciò a due (lett.: egli stesso negò a sé
due) passati per diritto di adozione nella famiglia Cornelia e nella
(famiglia) Fabia: due, (invece) glieli tolse la sorte. Uno di essi morì
quattro giorni prima del trionfo del padre (lett.: precedette di quattro
giorni con la sua morte il trionfo del padre), l’altro, dopo essere
stato visto sul carro dl trionfo, spirò tre giorni dopo. E così colui
che aveva avuto figli in abbondanza fino a donarli (lett.: aveva abbondato
fino a donare i figli) all’improvviso ne rimase completamente privo (lett.:
fu lasciato nella mancanza). E con quale forza d’animo abbia sopportato
questa sventura, col discorso che tenne davanti al popolo sulle imprese da
lui compiute, aggiungendo questo finale, non lasciò dubbi (lett.: dubbio)
a nessuno: “Poiché, giunto al colmo (lett.: nel massimo successo) della
mia felicità, o Quiriti, temevo che la sorte (mi) preparasse qualche
sventura, pregai Giove Ottimo Massimo, Giunone regina e Minerva che, se
qualche avversità (lett.: qualcosa di avverso) incombesse sul popolo
romano, (la) riversasse tutta sulla mia casa. Perciò, va bene (così):
accogliendo infatti le mie preghiere, fecero ciò, in modo che voi vi
addoloriate per la mia disgrazia piuttosto che dovessi piangere io per la
vostra”.
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