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La fine di Cartagine

 

La terza guerra contro Cartagine venne (lett.: viene) intrapresa nel seicentoduesimo anno dopo che Roma era stata fondata, nel cinquantunesimo anno dopo che era stata terminata la seconda guerra punica. I consoli Manlio Censorino e Marco Manilio, essendo stati inviati in Africa, assediarono Cartagine. Contro di loro combattevano Asdrubale con la fanteria (lett.: i fanti) e Framea, comandante della cavalleria (lett.: dei cavalieri). Scipione, nipote di Scipione l'Africano, militava allora, come tribuno, nell'esercito romano. Tutti i popoli avevano (lett.: presso tutti i popoli c'erano) grande timore e rispetto di lui. Infatti era ritenuto espertissimo di arte militare e fortissimo. Pertanto per mezzo suo furono mirabilmente compiute dai consoli molte imprese e da Asdrubale o da Framea veniva soprattutto evitato il combattimento contro quella parte romana che era guidata da Scipione. Essendo pertanto il nome di Scipione diventato grande presso tutti, ancora giovane fu fatto console e fu mandato contro Cartagine. Da lui la città fu presa e rasa al suolo. Così Cartagine settecento anni (lett.: nel settecentesimo anno) dopo che era stata fondata fu distrutta e Scipione fu chiamato l'Africano Minore.

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